CAMBIERA’ FINALMENTE QUALCOSA?
Per una missione umanitaria archiviata ne inizia un’altra. Il nostro Paese non sarà più da solo a gestire l’emergenza emigrazione
Il bilancio dell’esperienza appena conclusa è disastroso – La macchina organizzativa ha finito per paralizzare molte questure, prefetture e sedi della croce rossa, con costi elevatissimi

Il Ministero degli esteri ha avuto un anno di tempo per elaborare il nuovo progetto, ma siamo arrivati alla fine della precedente rovinosa esperienza senza avere un programma di sostituzione.
L’ammiraglio Foffi, davanti a un simile irresponsabile atteggiamento ministeriale ha assicurato che si continuerà con l’ operazione “Mare nostrum”, per evitare nuove vittime.
Si considera che solo il 30% delle persone giunte con i barconi abbiano i requisiti per ottenere l’asilo politico e il numero degli immigrati che finiscono in carcere è in continuo aumento
Milano
Nei giorni scorsi, nel centro di Milano, a due passi dall’università Bocconi, alle dieci del mattino, è stata aggredita e violentata una ragazza di diciotto anni che ha avuto la forza di chiedere aiuto. Sul posto è giunta una pattuglia di carabinieri, che si è subito messa alla ricerca dello stupratore, trovandolo comodamente seduto su una panchina dei giardini pubblici.
Il suo nome è Mohmoud Hassanh, di nazionalità egiziana, senza fissa dimora e senza lavoro. Un clandestino, già ricercato dalla polizia, giunto a Milano non si sa come, né quando.
Il suo rapido arresto non è bastato a tranquillizzare i milanesi che si sentono continuamente minacciati e oltraggiati. Un recente sondaggio ha fatto scattare un campanello d’allarme perché sette milanesi su dieci hanno dichiarato di non sentirsi sicuri, soprattutto se abitano nei quartieri periferici, dove si rifugiano spesso immigrati clandestini fuggiti dai centri di accoglienza.
La situazione di Milano è analoga a quella di tante altre città italiane. Se è stato possibile arrivare a questo sfacelo è perché c’è stato qualcosa all’origine che non ha funzionato.
La missione “Mare Nostrum” ha soccorso le persone che arrivavano dall’Africa sui barconi, ma poi non sono stati fatti quei controlli accurati che si rendevano necessari. Va anche aggiunto che i politici non si sono resi conto delle complicazioni che comporta l’accoglienza di un numero sempre maggiore d’immigrati, tanto che non si sono opposti al regolamento “Dublino II”, in base al quale i profughi devono presentare la richiesta di asilo nel paese dell’Unione europea dove sbarcano e qui devono ritornare se vengono espulsi da altri paesi.

Secondo l’ammiraglio Filippo Maria Foffi, responsabile della missione “Mare Nostrum”, «per il nuovo progetto della missione “Triton”, ci sono solamente delle bozze».
Cifre discordanti
Ma quanti sono gli immigrati giunti con i barconi? E quanti quelli che non ce l’hanno fatta e hanno trovato nel mare la loro tomba?
Alcuni fonti parlano di alcune migliaia di dispersi in mare, altre fissano in 4mila le vittime di questa tragedia. Dati contrastanti li abbiamo anche per i clandestini. Alcune fonti sostengono che si tratta di circa 50mila persone, altre parlano di oltre il doppio. Incertezza c’è anche sul numero degli sbarcati, ma indipendentemente dai numeri, tutti concordano nel dire che i clandestini sono “una mina vagante”, perché non hanno mezzi per vivere, non hanno un tetto per rifugiarsi, non hanno un punto di riferimento e pertanto finiscono per delinquere.
Dobbiamo poi chiederci quanti immigrati provenienti dall’Africa e dal medio oriente hanno diritto alla qualifica di profughi e all’asilo politico. Dati ufficiosi dicono che sarebbero solamente tre su dieci. Gli altri finiscono nei centri di accoglienza, che hanno costi spaventosi. Molti scappano in Francia o nei paesi nordici, altri preferiscono vagabondare in Italia. Tutto questo dimostra il colossale fallimento dell’operazione “Mare Nostrum”.
Ma ora si apre un’ altra inquietante storia.
L’ammiraglio Filippo Maria Foffi, comandante della flotta navale italiana e responsabile anche della missione “Mare Nostrum”, ha recentemente dichiarato che «per il nuovo progetto della missione “Triton”, ci sono solamente delle bozze».

Con l’avvio della missione “Triton”, a tutti i migranti in arrivo, prima di sbarcare in Italia, sarà effettuato un controllo sanitario sulla nave.
Atti irresponsabili
In pratica, il Ministero degli esteri ha avuto un anno di tempo per elaborare il nuovo progetto, ma siamo arrivati alla fine della precedente rovinosa esperienza senza avere un programma di sostituzione.
L’ammiraglio, davanti a un simile irresponsabile atteggiamento ministeriale ha assicurato che si continuerà con l’ operazione “Mare nostrum”, al fine di evitare nuove vittime.
La missione “Triton”, per prima cosa, prevede uno stanziamento 2,9 miliardi di euro dall’Unione europea, con l’impegno di partecipare con mezzi tecnici e con personale qualificato.
La nostra marina, che ora si spinge fino a ridosso delle acque territoriali libiche per il salvataggio dei naufraghi, si limiterà a intervenire al massimo fino a 30 miglia da Lampedusa e a tutti, prima di sbarcare in Italia, sarà effettuato un controllo sanitario sulla nave. Il nostro Paese pertanto non sarà più da solo a gestire questa emergenza.
Inoltre, in tempi brevi sarà anche richiesta la revisione del trattato di Schengen e la ripresa del controllo dei confini nazionali. Tutto questa nella speranza di arginare un esodo che potrebbe trasformarsi in una tragedia.
Enzo Valentini