UNA TESTIMONIANZA DI GRANDE DEVOZIONE…
Una 70enne è la postina di Padre Pio e di Gesù. Il frate santo e il Signore le trasmettono dei messaggi che lei trascrive per i fedeli
Una notte sentì una voce che le disse che avrebbe avuto il dono e la possibilità di aiutare gli ammalati – Da quel giorno ha cominciato a vedere le cose e la vita in maniera differente

La devota ha anche incontrato Madre Teresa, a Roma, e ha consegnato alla suora un messaggio divino da lei ricevuto.
Uno di queste epistole le chiedeva di costruire una cappella per aiutare l’umanità, una spesa enorme, per le sue risorse di pensionata, ma grazie all’aiuto del divino è riuscita a realizzarla
Treviolo (Bergamo)
Lucia Guerrini, devotissima di Padre Pio, da alcuni anni ha trasformato il pian terreno della sua villa in un luogo di preghiera, con tanto di altare, una statua grandezza naturale del Santo e una della Madonna e, su una parete, una stampa con un testo dettatole dal Santo di Pietrelcina, che lei ha trascritto per tutti i fedeli.
Accanto, fa bella mostra di sé anche un grande quadro che rappresenta un sogno nel quale ha visto Gesù seduto accanto a Padre Pio.
«Sono tantissimi i testi che il frate santo, o anche il Signore, mi trasmettono, nel silenzio della mia stanza o durante il riposo nel mio giardino, e che io mi affretto a trascrivere», racconta Lucia Guerini, un’elegante, ma modesta settantenne.
Dopo la morte del marito, Valentino Tenaglia, avvenuta in un incidente nel 1982, Lucia Guerini ha dovuto lasciare e affittare la villa dove la coppia aveva vissuto per tanti anni e trasferirsi in un modesto appartamento.
Durante la sua prima notte nel nuovo alloggio, non riuscendo a dormire, prese a lamentarsi con il Creatore di aver fatto morire giovane suo marito, costringendola a trasferirsi con i suoi tre figli in una modesta e piccola casa. A quel punto sentì una voce che le disse che lei avrebbe avuto il dono e la possibilità di aiutare gli ammalati.

Lucia con il marito Valentino Tenaglia, nel giorno del loro matrimonio. L’uomo è deceduto in un incidente, nel 1982
La sua missione
Lucia non aveva mai avuto a che fare con persone malate e aveva una sorta di paura, ma da quel giorno ha cominciato a vedere le cose e la vita in maniera differente.
«Sentivo l’obbligo morale di dover aiutare chi aveva dei problemi, dagli anziani alle persone malate, non solo nel fisico, ma anche psicologicamente».
Una notte di qualche anno dopo, Lucia ebbe come una visione, vide la sua villetta sollevata e circondata dagli Angeli, e sentì una voce che le diceva di tornare alla sua casa per aiutare la gente.
«Io sapevo che non potevo, perché la villa l’avevo affittata, raccontai ai miei figli di questa visione, ma non mi diedero retta. Il mattino dopo il mio inquilino mi ha telefonato per dirmi che la moglie non voleva più rimanere nella villa e mi supplicò di chiudere prima il contratto, così per una stranissima coincidenza, riuscii a tornare nella mia villa con i miei figli che furono felici di tornare nella casa del loro papà».
Tornata a casa, dopo alcuni giorni, Padre Pio mi inviò un messaggio per dirmi di costruire qui una cappella per aiutare l’umanità, ma non sapevo come dirlo ai miei figli, in particolare a uno che in questo spazio, aveva il suo magazzino. Invece, lui subito mi disse di non preoccuparmi, che avrebbe affittato uno spazio in città e di contare pure di quello spazio a pian terreno.
Incontro straordinario
Io ero comunque preoccupata, la cosa mi sembrava gigantesca per la mia misera pensione: come facevo a costruire una “Chiesa” senza soldi? Mi rivolsi a un geometra per un progetto, ma senza avere il coraggio di dirgli che intendevo realizzare una cappella, quindi lui mi preparò un progetto per un appartamento che poi dovetti fargli rettificare dichiarandogli la vera natura che doveva avere il progetto.
Il costo però era enorme per me, circa 70 milioni, e non sapevo come avrei fatto.

La settantenne ha fatto costruire la cappella in un locale al primo piano della sua villa, precedentemente adibito a magazzino.
Da anni aspettavo dei soldi di una liquidazione che dovevo ricevere dalla Svizzera. La mattina in cui l’impresa doveva ritirare i primi 20 milioni di lire mi arrivò una busta gialla con la croce rossa delle poste Svizzere, con la notifica di accredito di 19 milioni e 900 mila, così riuscii a consegnare la caparra all’impresa.
Sono così tanti questi accadimenti che dimostrano che è stato l’aiuto del divino ha permettermi di costruire la mia “Chiesa” .
Una sera ricevetti un messaggio divino che mi diceva di consegnarlo a Madre Teresa di Calcutta. Tantissime volte avevo consegnato messaggi a sacerdoti in tutta Italia, ma questa volta disubbidii, dissi che non potevo farlo, Madre Teresa era in India io non potevo recarmi sin là.
Invece, per ancora un caso del destino o della Provvidenza, qualche giorno dopo Madre Teresa sarebbe venuta a Roma ed io potei assolvere al compito assegnatomi.
Antonio Soffici